Freelance sì, #coglione No: il video virale
La rivolta dei creativi mal pagati passa anche dal web. La campagna #coglioneNo vuole rivendicare il diritto di tutti i freelance precari e molte volte sfruttati ad essere equamente retribuiti per il loro lavoro.
Il video-spot “Lo diresti al tuo idraulico?” sta diventando virale su Youtube, Facebook e Twitter a forza di tormentoni come “Per questo progetto non è previsto budget”. Amara, geniale ironia …
No, forse non ci siamo capiti. Per questo progetto non c’è budget. Non posso pagarti però fa curriculum”.
Quante volte ci siamo sentiti rispondere in questo modo dopo aver messo a disposizione il nostro tempo, il nostro impegno e il nostro lavoro.
La nuova generazione di professionisti in Italia è indubbiamente ricca di talento, creatività e motivazione. Tuttavia, in un contesto economico caratterizzato da una “crisi perenne”, molte aziende – siano esse di grandi dimensioni o realtà più piccole – tendono a sfruttare questa situazione a proprio vantaggio, penalizzando in particolare una specifica categoria di lavoratori: i freelance.
Questi professionisti, spesso specializzati in ambiti creativi come il copywriting, il design, la fotografia o il marketing digitale, si trovano di frequente a dover fare i conti con offerte che promettono “visibilità” al posto di un compenso economico adeguato. L’idea di essere pagati con la moneta della fama o della risonanza mediatica, sebbene inizialmente possa sembrare allettante per chi è all’inizio della carriera, rischia di trasformarsi rapidamente in una trappola che sminuisce il valore del lavoro svolto e ostacola la crescita professionale.
La prassi del “ti pago in visibilità” è tristemente diffusa e, oltre a mortificare la dignità del lavoratore, contribuisce a creare un circolo vizioso in cui la creatività viene costantemente sottovalutata. I freelance, al contrario, svolgono un ruolo fondamentale nella nostra società moderna: grazie alla loro flessibilità e alla capacità di innovare, infatti, aiutano le aziende a differenziarsi in un mercato sempre più competitivo e digitalizzato.
Per combattere questa tendenza, è importante che i professionisti creativi imparino a dare il giusto valore alle proprie competenze, fissando tariffe adeguate e rendendo più chiare le condizioni di collaborazione fin dall’inizio. D’altro canto, le imprese dovrebbero riconoscere l’importanza di investire su collaboratori competenti e specializzati, nella consapevolezza che un freelance adeguatamente retribuito e motivato possa offrire prestazioni di qualità nettamente superiore, contribuendo al successo a lungo termine del progetto o dell’azienda stessa.
In definitiva, per porre fine allo sfruttamento alimentato dalla cosiddetta “situazione di crisi perenne”, è necessario che entrambe le parti – lavoratori e datori di lavoro – prendano coscienza del valore del lavoro freelance e si impegnino a creare rapporti professionali basati su rispetto, fiducia e una giusta ricompensa. Solo così il vero potenziale della nuova generazione di creativi potrà esprimersi al meglio, favorendo innovazione, crescita e solidità in tutto il panorama lavorativo italiano.